profumi

La storia del profumo è un rito culturale dell’uomo risalente già a 6000 anni fà, quando gli egizi bruciavano gli aromi in onore degli dèi. A quei tempi si affermava che il profumo era il sudore divino quindi il profumo era un mezzo per unificare l’uomo al divino. Si usavano poi oli e balsami profumati per il corpo delle donne come rito di seduzione.
Plutarco, il famoso filosofo greco, affermava invece che la fragranza più diffusa tra i faraoni era il Kyphi, composta da numerose essenze di 16 materiali mischiati insieme: miele, vino, resina, mirra, legno di rosa, giunco, ginepro, bitume, lentisco, cardamomo, menta, pistacchio, cannella e altre spezie, secondo formule ben precise indicate sui libri sacri.
Anche i Greci si servivano di oli profumati che conservavano negli “alabastron” vasi di terracotta, presero piede soprattutto per la loro virtù terapeutiche.
Anche nell’Impero Romano il profumo venne usato dapprima dai religiosi che cospargevano oli profumati su bracieri creando nuvole di fumo in onore degli dèi, così come i patrizi che lasciarono molte scene di vita quotidiana dell’epoca in momenti di relax nelle terme mentre si facevano massaggiare con oli e balsami.
Come le donne egizie e greche anche quelle romane utilizzarono profumi e composti di erbe e fiori per la cura e la bellezza del corpo e dei capelli.
Nel medioevo i profumi venivano usati per lavarsi le mani durante i banchetti, perché all’epoca non esistevano ancora le posate, e durante la peste nel 1347 venne creato un pendente di metallo che all’interno conteneva una miscela odorosa di ambra balsami vaniglia e muschi, lo si attaccava al collo e muovendosi lasciava una scia di odore che inalandolo aveva uno scopo di Aroma-terapia.
Nel rinascimento il profumo ebbe un enorme successo perché la distillazione fu migliorata e furono aggiunte nuove fragranze negli odori come vaniglia, cacao, cannella, tabacco, pepe e altre materie prime d’eccellenza. In questa epoca i migliori profumieri erano spagnoli e italiani, la Francia entrò a far parte di questi primati solo successivamente ma sempre per merito di un italiano, il profumiere personale di Caterina dè Medici, rinomata per la sua passione di fragranze agrumate e sempre nuove, che lo volle con se quando fu trasferita in Francia per via del suo matrimonio, si chiamava Renato Bianco, poi ribattezzato dai francesi Renè Le Florentin, il quale aprì una propria bottega riscuotendo tra l’altro anche un notevole successo.
Il profumo rappresenta oggi quel tocco di classe di cui nessuno può fare a meno, una spruzzata e poi un’altra ancora perché, si sa, non se ne ha mai abbastanza.
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